Quattrocento pagine che ammaliano proprio come il canto di una sirena. Mark Siegel imprigiona il lettore alla stregua di Sud, la femminea creatura marina con la coda di pesce che in questo epico e corposo racconto trascina con sé in fondo al fiume Hudson chiunque ascolti le sue dolorose e sublimi note vocali. L’autore americano cresciuto in Francia non canta ma disegna, e le sue tavole non provocano effetto collaterale alcuno, anzi: il suo tratto a matita ci fa approdare nell’America di fine Ottocento e ci fa fluttuare su quelle acque fluviali – che bagnano anche le rive di New York – a bordo del battello Lorelei raccontandoci una storia d’amore unica, universale e misteriosa, difficile da dimenticare. Ci fa seguire le orme e gli stati d’animo del protagonista Capitano Twain – alle prese con il ritrovamento della sirena ferita e attanagliato da sentimenti contrastanti verso la sua fidanzata malata sulla terra ferma -, ma tessendo simultaneamente intriganti e complessi piani narrativi di contorno (i segreti dell’armatore Lafayette e il successo crescente dello scrittore C.G. Beaverton dall’identità sconosciuta) riesce a dar vita a un’opera di altissimo respiro letterario. E nonostante ciò la lettura risulta comunque di una semplicità disarmante, grazie anche alla non pretenziosità stilistica dei disegni: emblematici e indimenticabili sono quei caratteristici occhioni e sguardi pieni dei personaggi. Sailor Twain (Bao Publishing) riecheggerà a lungo nel cuore e nella mente dei lettori. Il trucco è otturarsi le orecchie.
Pubblicato sul Mucchio n. 705