Soprano e polistrumentista, Rachel Zeffira si è fatta conoscere in ambito popular grazie al sodalizio con Faris Badwan degli Horrors, nel riuscito progetto Cat’s Eyes del 2011. Per il suo primo album da solista la musicista canadese di base a Londra fa tutto per conto proprio, dalla composizione alla produzione: ne ha certamente competenze e capacità. Sulla carta si vorrebbe centrare un punto d’incrocio fra barocchismi melodici e sperimentazione, fra John Cale, Bat For Lashes e My Bloody Valentine (ma aggiungeremmo anche Judee Sill, Mazzy Star, Isobel Campbell e Charlotte Gainsbourg, oppure Air, Ennio Morricone e Robert Kirby), mentre componenti dei Toy e la batterista Melissa Rigby degli S.C.U.M. contribuiscono qua e là. Salvo qualche caduta nell’autoindulgente stucchevolezza, il responso è senz’altro positivo. Inciso nei leggendari studi di Abbey Road, The Deserters fonde con sommo gusto e nessuna strizzata d’occhio background operistico, sontuose orchestrazioni Sixties, dream pop, incantesimi esotici, dark folk e tendenze shoegaze/motorik. Quando l’afflato lirico si libra in piena libertà, come nell’incantevole title track o nella più groovosa Break The Spell, l’emozione si manifesta in toto. Rachel è sempre lì, che preme spesso i tasti del pianoforte e dispiega la sua voce eterea. Sta a voi decidere se celestiale o spettrale.
Pubblicato sul Mucchio 702